di Chiara Pasquale e Gianluca Piazza
Venerdì 24 marzo 2023, tra le vetrate dell’aula magna del polo didattico Giorgio Zanotto dell’Università di Verona, si è svolto l’incontro dal titolo Nella mia scuola nessuno è straniero per sensibilizzare gli studenti sui temi relativi al razzismo. L’iniziativa, che si inserisce nel contesto più ampio della XIX Settimana contro il Razzismo, è stata promossa dalla rete di Associazioni Nella mia città nessuno è straniero e organizzata dal Gruppo Radici dei diritti dell’Università di Verona.
A partecipare, oltre a noi di FuoriAulaNetwork, sono stati gli studenti e le studentesse di alcuni istituti superiori di Verona e provincia, nonché studenti e studentesse dell’Università di Verona.
L’evento, patrocinato dal Comune di Verona, si è aperto con i saluti istituzionali di Olivia Guaraldo, delegata del Rettore al Public Engagement, Elisa La Paglia, Assessore alle Politiche educative e scolastiche del Comune di Verona, Annalisa Tiberio, in rappresentanza della Rete di Cittadinanza e Costituzione di Verona, Giuseppe Venturini, dell’Ufficio Scolastico di Verona, Rossella Lomuscio, del gruppo di Associazioni Nella mia città nessuno è straniero e di Emanuela Gamberoni, Referente del Rettore alla Cooperazione allo Sviluppo Internazionale.
Da questi primi interventi è emerso forte e chiaro che il messaggio dell’iniziativa è trasformare i valori quali equità, democrazia e rispetto in azioni concrete per creare, un passo alla volta, la società di cui abbiamo bisogno. In questo senso sono significative le parole, parafrasate, pronunciate da Annalisa Tiberio agli studenti: « Siete tanti alberi diversi, ma le vostre radici si nutrono sempre degli stessi principi costituzionali, tra cui il rispetto che deve guidare ogni vostra azione quotidiana ».
Ad aprire le danze sono state le testimonianze di due studentesse, Ahlam Daif ed Emanuela Komsoon, rispettivamente studentessa del Laboratorio didattico Mi/Ti rispetto dell’Università di Verona e studentessa della classe 3B dell’ l’I.T.C.S. Lorgna Pindemonte di Verona. Con le loro parole ci hanno fatto entrare in punta dei piedi nelle loro vite, mostrandoci di che cosa è fatta la quotidianità per molte persone che si trovano a dover affrontare comportamenti discriminatori. Ciò che si è reso evidente, è la necessità per loro di farsi rispettare senza mancare di rispetto a l’altro, ricordandoci che noi tutti siamo delle persone, con dei pensieri e dei valori che devono essere riconosciuti e rispettati, non negati perché “diversi”.
In particolare Emanuela Komsoon, conclusasi l’iniziativa, è stata intercettata dai nostri microfoni e, rispondendo gentilmente alle nostre domande con una maturità che va oltre la sua età, ci ha permesso di metterci ancor più nei suoi panni di diciassettenne.
Ci ha raccontato non solo alcuni spiacevoli episodi della sua infanzia, come li ha affrontati e come li affronterebbe con la consapevolezza di oggi ma anche e soprattutto quale sia il miglior modo di reagire dentro e fuori se stessi e quanto siano stati fondamentali per lei i consigli e gli insegnamenti di amici e familiari che hanno vissuto esperienze analoghe.
A seguire è stato proiettato il cortometraggio contro il razzismo IO SONO, realizzato dagli studenti della classe 5AES del Liceo C. Montanari grazie al supporto dell’Associazione Le Fate ONLUS. L’intento che traspare è quello di trasformare le differenze in ricchezze e di adoperarsi per creare una società in cui nessuno debba temere di essere se stesso per paura del giudizio delle persone.
Nella seconda parte della mattinata a prendere la parola è stato lo scrittore e insegnante Eraldo Affinati, fondatore, insieme alla moglie Anna Luce Lenzi, della prima scuola Penny Wirton nel 2008 a Roma. Si tratta di una realtà nata e costruita con l’intento di insegnare gratuitamente la lingua italiana agli immigrati grazie all’aiuto di “professori” volontari tra i quali figurano ex insegnanti, studenti del liceo e altre persone mosse dagli stessi ideali di altruismo e voglia di migliorare il mondo.
Per concludere, sulla scia del progetto Penny Wirton, è stata presentata la Scuola di italiano Moussa Balde di Verona da alcuni degli insegnanti del Laboratorio autogestito Paratod@s tramite la proiezione di un video che documenta l’esperienza di docenti e studenti all’interno della scuola, la quale prevede anche dei corsi per aiutare gli immigrati nel conseguimento della patente di guida.
Ebbene, nel momento in cui ci vengono presentati questi progetti, di cui condividiamo valori e obiettivi, non dobbiamo limitarci a guardarli da lontano come se fossero realtà di un altro pianeta; siamo invece tenuti a spostare lo sguardo su ciò che ci circonda e renderci conto che la discriminazione riguarda tutti, NOI tutti. Come singoli, ma anche e soprattutto come comunità, abbiamo la possibilità di fare veramente qualcosa: decidere come reagire.
È questo l’invito che l’Assessore Elisa La Paglia, nell’incipit dell’evento, ha ritenuto fondamentale rivolgere ai presenti in modo da portare l’attenzione sulle responsabilità che ogni persona ha nel plasmare le relazioni all’interno della società, o della scuola, di cui fa parte.
Insomma, per cambiare il modo di vivere e i rapporti all’interno della scuola non basta pensare a cosa fare, ma a come bisogna essere. Allo stesso modo, per cambiare i rapporti all’interno della nostra società, la riflessione è un passaggio fondamentale, ma perde tutto il suo valore se non viene seguita da un’azione concreta, per quanto piccola possa sembrare ai nostri occhi.
Ascolta l’intervista a Emanuela Komsoon a cura di Chiara Pasquale e Gianluca Piazza
Grazie alle ragazze e ragazzi di FuoriAulaNetwork per l’impegno e la professionalità nel seguire gli eventi in Ateneo. Ottima l’intervista ad Emanuela