Di Lavinia Frattini
«Piangeremo per i diritti civili, viaggeremo bianchi e neri, tieni gli occhi sulla meta, non abbandonare»
Tratto dalle prestigiose parole di Bruce Springsteen detto anche «The Boss», questa è una delle tante citazioni che è stato possibile fruire durante l’emozionante evento di giovedì 7 dicembre presso l’Auditorium del palazzo della Gran Guardia.
Dopo la serata del 1 novembre – di cui vi abbiamo già parlato in questo articolo – il secondo appuntamento ha seguito un cammino lungo le note musicali tratte dal mondo americano e inglese, avvolgendo una platea gremita di persone in un percorso musicale ambientato in Europa, Nord America e Sud Africa.
Le due differenti serate sono state organizzate dall’Associazione Culturale Musicaviva con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Verona in collaborazione con il Movimento Nonviolento, dove il ricavato, era destinato all’AGBD, sindrome di Down.
Grazie alla direzione artistica del critico musicale Giampaolo Rizzetto e l’intrattenimento del poeta Mauro Dal Fior, la seconda serata si è scandita come una lotta contro le ingiustizie, la schiavitù, il razzismo e contro tutti quegli orrori che emergono dai conflitti e dalle guerre armate.
L’introduzione all’evento è stata affidata a una dedica al poeta pacifista per eccellenza John Lennon, in ricordo della sua morte avvenuta l’8 dicembre 1980, con la canzone Now and Then dei Beatles.
Moltissimi, gli artisti presenti in questa reunion a tema musicale, che ha suscitato nel pubblico continue emozioni e riflessioni sul mondo in cui viviamo sempre più in evoluzione e sempre più disorientato a causa di persistenti episodi di guerra e di razzismo.
I protagonisti, con le proprie voci e il suono dei loro strumenti come il violino, la chitarra, il pianoforte, la batteria e molti altri, hanno offerto un contributo all’insegna di molteplici forme di grida per far sì che la pace, la speranza e la libertà dell’essere umano continuino a occupare l’apice di una società impegnata a consacrare la vita e la solidarietà tra gli individui.
Grazie ai continui stimoli derivanti dalle voci intense, chiare e talvolta anche impaurite o malinconiche dei cantanti, il pubblico si è improvvisato anch’esso cantante e allo stesso tempo anche protagonista in alcuni brani; in particolare quello che ha risuonato maggiormente nel palazzo della Gran Guardia è stato Keep your eyes on the Prize, hold on condotto dalla meravigliosa voce di Stephanie Ocean Ghizzoni, accompagnata dalle note di Luigi Catuogno (chitarra), Claudio Moro (laùd spagnolo), Marco Pasetto (sax) e Sbibu (batteria).
Questa canzone con la sua forza presenta ricchi riferimenti biblici inseriti in un contesto storico degli anni ’60 in America, dove parecchie furono le vicende di denuncia degli afro-americani contro la segregazione razziale, contro le violenze dei Ku Klux Klan e tutti quegli episodi di lotta per la conquista della libertà e dei diritti civili.
Il forte invito del brano è quello di focalizzarsi su sé stessi, anche se talvolta le sfide e le difficoltà della vita ci allontanano dai nostri intenti. L’idea è quella di una canzone che si presenta calzante e attinente al periodo storico nel quale siamo immersi a causa degli orrori delle guerre e dalle continue e soccombenti violenze che i popoli sono costretti a subire.
La serata del 7 dicembre ha, inoltre, trattato in musica temi che comprendono le innumerevoli repressioni violente, le immagini di soldati in guerra e le continue rivolte studentesche; un esempio di questo è stato la canzone Ohio cantata dalla voce di Luca Motta e di Ruggero Falziroli, da Marcello Adami (basso) e da Luca Pighi (batteria) nel quale si narra la protesta di diversi studenti a seguito dell’uccisione di quattro alunni dell’università di Kent in Ohio.
Emerge così una lotta pacifista benché risulti essere uno dei brani più arrabbiati e intensi della cultura americana.
Il percorso sensazionale di questo secondo appuntamento si è concluso con una sorpresa, per tutti i presenti, formata da un reading diretto dalla voce narrante dell’attrice Margherita Sciarretta e con l’accompagnamento di Marco Pasetto (pianoforte), attraverso una poesia di ringraziamento alla natura, alla vita, alla libertà e all’unione tra i popoli, disegnando con la melodia leggera un’idea di distaccamento tra la guerra e la pace per l’augurio di un mondo sempre più unito e sempre più libero.
Il titolo dell’evento «Grida di libertà, schegge di guerra» che è anche una dedica in memoria del poeta-chirurgo Claudio Bifo Bassi, riassume questo emozionante concerto creato da un percorso storico-musicale dedicato alla pace, alla solidarietà, alla libertà tra i popoli e alla lotta per i diritti civili.
Le parole che risuonano nelle nostre orecchie, uscendo dal concerto, sono quelle di John Lennon nella sua canzone più celebre Imagine:
«noi tutti un giorno ci uniremo ed il mondo sarà come un’unica entità».