In occasione della puntata di “AGRINET4EDUCATION- Storie di sostenibilità”, progetto cofinanziato dall’Unione Europea, le nostre Chiara e Veronica hanno avuto il piacere di intervistare Signorini Giulia, Matteo Caloi e Zanetti Giulia. Sono tre giovani imprenditori e imprenditrici di piccole realtà venete che hanno fatto dell’agricoltura sostenibile non solo il proprio lavoro, ma anche uno stile di vita. Il loro obiettivo è quello di raccontare della Politica Agricola Comunitaria conosciuta come PAC, entrata in vigore nell’Unione Europea nel 1962, legata al tema del cambiamento climatico. Parlandoci delle loro esperienze e del loro approccio a tale politica, una delle politiche della Comunità Europea di maggiore importanza.
Giulia Zanetti vive a Verona ormai da 15 anni e dopo un percorso di studio in Economia e Marketing, si è avvicinata al mondo delle piccole produzioni agricole, lavorando nel commercio ecosolidale. Giulia ha parlato ai nostri redattori di Permacultura, una rete di divulgazione di principi come: cura della terra, cura della persona e condivisione delle risorse o cure del futuro. Ciò che ha voluto sottolineare è stata soprattutto l’importanza all’aspetto relazionale, infatti, non si tratta solo di agricoltura ma anche di costruzioni per il futuro. L’agricoltura è per lei una grande responsabilità e prendersi cura anche solo di un piccolo orto lo è una soddisfazione.
Da qualche anno Giulia si è dedicata particolarmente ad un progetto a lei caro, quello di “Squola Praticante” che permette di applicare la permacultura all’interno di aziende agricole vere e proprie. Giulia ha fatto della permacultura la sua passione e poi la sua professione. Ci ha raccontato di come essa ha cambiato il suo modo di pensare l’agricoltura e come ora vuole tramandare ciò che le ha trasmesso attraverso il suo progetto. Squola è anche essa una rete aperta e libera che permette di avvicinare al mondo rurale chi non conosce e ha voglia di conoscere un mondo fatto di sostenibilità. La possibilità di creare connessioni imparando nei modelli della natura.
Inoltre, Giulia lavora per Terra di Pietra, azienda vinicola che fa vini naturali, ossia senza l’utilizzo di chimica, né in campagna né in cantina. Quindi, con una certa attenzione e filosofia alla produzione del vino. Il tutto a favore di una produzione sostenibile, che rimane l’obiettivo principale di questi giovani imprenditori.
“Sono fermamente convinta che, se si cambia la produzione del vino a Verona, si cambia l’agricoltura. Quindi, l’impatto dell’agricoltura sui cambiamenti climatici avrà veramente un cambiamento di filosofia e paradigma. Applicare questi principi bellissimi nella vita di tutti i giorni è il principio. Da lì è cambiata la mia vita” dice Giulia.
Il nostro secondo intervistato è stato Matteo Caloi, il più giovane del gruppo che ci ha parlato del suo grande progetto di sostenibilità e dei suoi progetti futuri. Matteo, infatti, è un ragazzo di 21 anni che ha deciso di dedicarsi all’agricoltura in Lessinia.
Matteo ha sviluppato la sua passione per il mondo dell’agricoltura grazie a suo papà che lo ha introdotto alle antiche varietà di frumento, in grado di adattarsi ai cambiamenti e agli eventi atmosferici. Si è reso conto che bisogna adattare un nuovo sistema per salvare il nostro futuro e, secondo lui, la soluzione al cambiamento climatico è la quantità e modalità con cui acquistiamo prodotti e li produciamo. Matteo, infatti, sostiene che dovremmo acquistare dai produttori locali, che anziché produrre in quantità, producono in qualità. L’attenzione al passato è il miglior modo per pensare al futuro, questo perché per prendersi cura del clima bisogna rifarsi ai vecchi metodi di coltivazione. “Io credo che non si possa andare avanti per molto tempo a coltivare in questo modo, perché ci sono terreni nella pianura padana che hanno raggiunto i livelli di sostanza organica inferiore all’1%, per cui sono considerati deserto” afferma Matteo.
Infine, abbiamo intervistato Giulia Signorini, una dei soci fondatori di Ferraretta Bianca, società agricola che si trova sulle colline di Verona. Per affrontare il cambiamento climatico e le problematiche ad esse collegate Giulia fa uso nella sua azienda del sistema agro-silvo pastorale basato su agricoltura, coltivazione e allevamento. Uno degli elementi fondamentali di questo sistema è la parte selvatica, ossia quella della natura che ci dona infinite possibilità, l’uomo deve solo intervenire e raccoglie ciò che ci ha donato.
Anche lei, come Giulia, si è approcciata al sistema della permacultura come concetto e metodo di progettazione. Giulia la definisce come una forma mentis che consente di curare un territorio anche dal punto di vista globale. La tecnica da lei adottata è un’agricoltura biologica, biodinamica e assolutamente naturale con un’equa ridistribuzione delle risorse. L’obiettivo di Giulia e della sua azienda è quello di non danneggiare le risorse e il sistema, ma bensì portare benessere alla persona e all’ambiente soprattutto davanti ad un cambiamento climatico in continuo peggioramento. Anche nel suo caso è un sistema che coinvolge non solo il campo lavorativo in sé ma anche il proprio stile di vita. “Da lì è nata anche la voglia di trovare un posto dove poter coltivare, procurarci il cibo che mangiamo, ma di aprirlo anche agli altri accogliendo le persone che vogliono sperimentare questi tipi di interventi” dice Giulia ai microfono di FAN.
Quello che accomuna i nostri intervistati è il senso di dovere, di comunità, amore per la terra, sensibilità e responsabilità. Cercano di offrire un miglior modo di vivere per le future generazione. Ognuno di noi si spaventa davanti ad una crisi del genere ma, partendo dal piccolo, ognuno può fare la sua parte. Come dice Giulia Signorini “Non risolveremo noi il problema, ma essendo parte del sistema e del problema possiamo essere parte della soluzione.”