di Alessandro Pavan
Il 6 ottobre 2024 è giunto al termine il Verona International Piano Competition, la gara di pianoforte che ha visto fronteggiarsi numerosi pianisti da tutto il mondo. Cina, Corea del Sud, Francia, Giappone, Russia, Ucraina e Taiwan sono solo alcuni dei Paesi che hanno preso parte all’evento.
Nato nel 2012 da un’intuizione dell’ Associazione Musicale Liszt e del direttore artistico Roberto Pegoraro, quest’anno il Verona International Piano Competition si consacra come secondo concorso in Italia per numero di iscrizioni con più di 100 iscritti alle prove eliminatorie.
Nello specifico, dal 2 al 5 Ottobre tutti i semifinalisti si sono cimentati in svariate prove per guadagnarsi l’accesso all’ultima giornata. Solo tre, però, sono riusciti a scalare il podio giungendo così al gran finale del 6 ottobre che ha visto fronteggiarsi l’italiana Michelle Candotti (28 anni), l’ucraino Roman Fediurko (19 anni) e il russo Evgeny Konnov (31 anni).
Domenica 6 ottobre, a partire dalle 17 presso il Teatro Nuovo di Verona, i tre pianisti si sono esibiti per un’ ultima volta accompagnati dall’Orchestra Fondazione Arena con l’obiettivo di aggiudicarsi il primo posto.
La prima a salire sul palco è stata la pianista livornese Michelle Candotti. Per lei ritornare a Verona ha rappresentato più di una semplice gara e ai nostri microfoni afferma: «Verona ha un significato speciale per me. È qui che ho studiato con la Prof.ssa Palmieri e dove mi sono diplomata al Conservatorio Dall’Abaco».
Infatti, pur essendo a oggi un’artista tout-court nel panorama musicale italiano e internazionale, parte della carriera della Candotti ha origine proprio nel capoluogo veneto.
Al Verona International Piano Competition ha portato con sé il Concerto n.1 in si bemolle minore, op. 23 di Čajkovskij perché, come lei stessa sostiene: “tra i concerti moderni, è quello che rappresenta maggiormente il mio spirito: appassionato ma anche gioioso. I vari temi popolari del concerto hanno una magia e una fantasia uniche, che mi permettono di giocare con la musica e con il pianoforte. È un’opera che mi dà la libertà di esprimere la mia personalità in tutta la sua pienezza”.
Il secondo in gara, Roman Fediurko, ha invece smorzato l’atmosfera della sala proponendo un brano di notevole complessità tecnica per un ragazzo di soli diciannove anni. Con il Concerto per pianoforte n.3 in re minore, op.30 di Rachmaninov, Fediurko ha trascinato il pubblico in un’atmosfera più cupa e cruda in accordo con lo spirito del pezzo, il quale rivela momenti di estrema eleganza e raffinatezza in alcuni passi per niente facili da interpretare.
L’ultimo a esibirsi è stato infine Evgeny Konnov proponendo la sua versione del Concerto n.1 in si bemolle minore, op. 23 di Čajkovskij, suonato appena prima dalla Candotti, ma stavolta in toni completamente diversi. La sua intenzione sin da subito è stata quella di far risuonare Čajkovskij in tutta la sala al massimo grado, dialogando in perfetta armonia con l’orchestra attraverso uno stile più marcato e netto.
Un approccio, quello di Konnov, senz’altro apprezzato dal pubblico che, completamente in visibilio, ha elogiato la sua performance con un fragoroso applauso.
Il compito più arduo spettava però a una giuria composta da nomi illustri del panorama musicale (Roberto Pegoraro, Violetta Egorova, Francesco Libetta, Radomir Melmuka ed Edoardo Strabbioli) che, in accordo con il gusto del pubblico, ha decretato proprio Evgeny Konnov vincitore della XII^ edizione del Verona International Piano Competition.
Con la vittoria, il pianista russo si è aggiudicato inoltre €3.500 offerti da Fondazione Cattolica Assicurazioni assieme al Premio Città di Verona comprensivo di diploma di Primo Premio, targa del Comune di Verona e contratto discografico con l’etichetta Fluente Records oltre alla possibilità di realizzare una tournée concertistica per il Verona Piano Festival.
A ricevere un premio dal valore di €2500, invece, Michelle Candotti e Roman Fediurko, gli altri due artisti in gara che si sono aggiudicati il secondo posto ex-aequo. L’assenza di un bronzo in questa edizione del Verona International Piano Competition dimostra la bravura e l’alto livello di tutti i concorrenti che si sono susseguiti durante le quattro giornate.
In fin dei conti però, la vera vincitrice di questo concorso è stata ancora una volta la musica che ha riunito sotto un’unica bandiera tutte le nazioni che hanno preso parte a questo evento. In un contesto internazionale così teso al giorno d’oggi, in cui la fraternanza tra popoli è messa a rischio, eventi come quello appena tenutosi a Verona ci insegnano infatti ad apprezzare la ricchezza universale che l’umanità è ancora in grado di produrre ed esprimere.
Nell’attesa che la prossima edizione del Verona International Piano Competition possa regalarci le stesse emozioni di quella appena trascorsa, troviamo interessante rilevare e sottolineare come l’Associazione Musicale Liszt e il direttore Roberto Pegoraro promuovano da più di dieci anni il progetto dando la possibilità a numerosi artisti di farsi conoscere mettendosi in gioco e portando la musica colta all’ascolto del grande pubblico.
La musica classica è un universo vastissimo e meraviglioso, che racconta la storia dell’umanità: tutto ciò che abbiamo vissuto, che viviamo e che vivremo “.
Michelle Candotti