Paolo Veronese in trasferta a Madrid

Di Viola Parisatto

 

Nel pomeriggio dell’11 febbraio si è svolta, nella Sala Convegni del Palazzo della Gran Guardia, una conferenza, facente parte del programma di conferenze dei Musei Civici di Verona 2024-2025, realizzata con la collaborazione dell’Università degli Studi di Verona e con il sostegno degli Amici dei Musei Civici di Verona.

Tale conferenza La prossima mostra su Paolo Veronese al Museo del Prado di Madrid: promesse e finalità è stata tenuta dal professore Enrico Maria Dal Pozzolo, docente di storia dell’arte moderna all’ateneo veronese. Il professore Dal Pozzolo insieme al professor Miguel Falomir, storico dell’arte e direttore del Museo del Prado di Madrid, ha curato la mostra monografica sulla figura di Paolo Caliari detto il Veronese che avrà luogo all’interno del Museo del Prado dal 27 maggio al 21 settembre 2025.

 

L’esposizione sarà costituita da 120 opere alcune già presenti all’interno del museo madrileno mentre altre sono provenienti da diverse istituzioni culturali internazionali dando vita ad un dialogo tra dipinti con l’aggiunta di una videoriproduzione della Sala dell’Olimpo a Maser. Il Museo di Castelvecchio contribuisce alla collaborazione con la mostra attraverso il prestito di due tele molto importanti del Veronese presenti in collezione: Pala Bevilacqua e Compianto sul Cristo morto. La mostra è vista come la conclusione di un processo di studio e rivalutazione della collezione di pittura veneziana del Rinascimento del Prado. Venezia fu la città dove il pittore lavorò maggiormente: fece affreschi all’interno di Villa Barbaro a Maser, a mio parere bellissimi, così come nella chiesa di S. Sebastiano, nel Palazzo Ducale e nella Libreria Marciana ma soprattutto dipinse la famosissima tela Nozze di Cana per il refettorio del convento benedettino di S. Giorgio Maggiore.

Questa mostra antologica è basata su quattro criteri: la presentazione della produzione di Veronese al pubblico spagnolo; l’analisi del processo creativo di Veronese e l’organizzazione della bottega “perfetta”; il linguaggio di Veronese come espressione dell’eccellenza delle industrie d’arti veneziane; lo stile internazionale che catturò il gusto delle corti europee.

 

L’esposizione è inoltre suddivisa in sei sezioni indicate in lingua spagnola: De Verona a Venecia y Roma; Proceso creativo. De la invención a la reproducción; Maestoso teatro. Arquitectura y escenografía; Alegoría y mitología; El último Veronese; Hæredes Pauli y los admiradores de Veronese. La prima, la quinta e la sesta sezione mostrano uno sviluppo cronologico mentre le restanti sono di tipologia tematica.

 

Il professore Dal Pozzolo durante la conferenza ha analizzato alcuni dei dipinti che si troveranno in mostra. Per quanto riguarda la sezione De Verona a Venecia y Roma mi ha affascinata il confronto tra il dipinto Giovane donna con un bambino e un cane (Parigi, Louvre) con la tela del Parmigianino Ritratto di Camilla Gonzaga contessa di San Secondo con i figli (Madrid, Prado). Con la visione di queste due opere si riesce a capire come il Veronese non volesse limitarsi ad una ritrattistica di status mostrando la sfera affettuosa e intima tipica della dimensione familiare, un’assoluta novità dell’epoca.

Successivamente, nella sezione dedicata al processo creativo del pittore veronese, è collocata la Pala Bevilacqua-Lazise di Castelvecchio (Madonna in trono tra Santi e due donatori) fondamentale per dimostrare il passaggio dal disegno preparatorio conservato a Chatsworth, il modelletto preparatorio degli Uffizi e la pala finita. In questa sezione vi sarà una predominanza di disegni: schizzi veloci con la concretizzazione delle prime idee; fogli perfettamente finiti destinati probabilmente a una vendita come oggetto in sé, dimostrando l’eccellenza grafica di Paolo Veronese.

In mostra si vedranno esposti, uno accanto all’altro, due dipinti raffiguranti la Maddalena entrambi ad opera di Veronese: uno presente già nella collezione del Museo del Prado mentre l’altro, incompiuto, è proveniente dai Musei Civici di Padova. La Maddalena incompiuta presenta nel visibile ciò che le analisi diagnostiche ci consentono di vedere sotto il visibile grazie a tecniche riflettografiche e radiografiche. Mettendo in rapporto un’opera finita con una testimonianza (opera non finita) si riesce a comprendere come si sarebbe presentato quel quadro a metà dell’esecuzione.

Nella terza sezione (Maestoso teatro. Arquitectura y escenografía), si vedrà la comparsa di affreschi provenienti da Castelfranco Veneto, l’unica testimonianza della perduta decorazione della Villa Soranza. Oltre a questi affreschi, vi saranno teleri di grandi dimensioni si veda ad esempio il telero Cristo tra i dottori (Madrid, Prado) dove è chiara l’impostazione scenografica dell’architettura che rimanda allo stile di Giulio Romano a Mantova. L’opera di grandi dimensioni Cena a casa di Simone è alquanto significativa grazie ad un dettaglio: nella colonna in primo piano vi è un chiodo che spacca il marmo della colonna che a sua volta spezza la preda. La rappresentazione di questo particolare può essere interpretata come una firma simbolica di Paolo Veronese richiamandone il suo pseudo-cognome, “spezapedra”, che poi cambiò assumendo il cognome della madre, Caliari.

Lo spazio successivo invece è dedicato agli oggetti che vediamo rappresentati nella serie di Cene del Veronese, documentando l’eccezionale livello esecutivo delle manifatture veneziane dell’epoca. Ritrovare questi oggetti nelle opere del pittore ha il significato di esprimere in figura l’eccellenza delle arti veneziane nell’insieme.

La quarta sezione, riguardante le allegorie e la mitologia, vede la tela Venere e Adone (Madrid, Prado) che mostrano il loro amore. Adone, addormentato sul grembo di Venere che lo rinfresca con un ventaglio, mentre Cupido tiene a bada i cani che stanno per abbaiare per richiamare Adone alla caccia. La scena rappresentata è il momento prima della tragica morte di Adone, dopo il suo risveglio. Altra opera esposta è Ratto di Europa (Venezia, Palazzo Ducale) dove Paolo Veronese parte da un modello tizianesco, rappresentante un momento violento, ma decide di sottolineare l’aspetto che gli dei sono gli strumenti per l’elevazione degli uomini. Europa, attorniata dalle sue ancelle, sale su un toro mansueto che le lecca il piede mentre in secondo piano vi è il proseguo della storia mitologica.

La penultima sezione vede protagonista l’ultima fase della carriera di Veronese dove vi è, tra diversi capolavori, il dipinto di grandissima intensità di interpretazione religiosa Compianto di Cristo morto (Berlino, Gemaldegalerie). Nella tela due angeli sorreggono Cristo, quello alla sua destra gli si avvicina al volto e sembra che gli domandi qualcosa.

Infine, si giunge allo spazio dedicato agli eredi di Paolo Veronese (Hæredes Pauli) e i suoi numerosi ammiratori. In un momento della carriera del pittore è evidente che ci sia una bottega che realizza le sue invenzioni in maniera impeccabile tant’è che la maggior parte delle volte i punti, in cui hanno messo mano i personaggi che lavorano all’interno della bottega, sono difficilmente individuabili. Si veda ad esempio, Nozze di Cana (deposito della Pinacoteca di Brera).

Periodo espositivo: 27 maggio – 21 settembre 2025

Sede: Museo del Prado, Madrid

 

Inoltre, vi informo che il Museo di Castelvecchio, partecipando alla mostra con i due importanti dipinti, riceverà temporaneamente dal Museo del Prado, nell’autunno dell’anno corrente, il dipinto di Tiziano, Venere con cane e suonatore di organo. L’esposizione veronese rientrerà nel format Ospiti fuori dal comune che prevede il confronto di una o più opere di musei extra cittadini con i dipinti della collezione permanente del Museo di Castelvecchio, suggerendo nuove riflessioni e suggestioni al pubblico. Intorno al capolavoro di Tiziano Venere con cane e suonatore di organo, verranno esposti dipinti raccolti dalle collezioni civiche veronesi e opere provenienti da altri istituti collegati tra loro attraverso il tema della musica, interpretato come veicolo di armonia, bellezza e strumento principale del sentimento amoroso.

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