Di Viola Parisatto
Nel pomeriggio del 25 febbraio si è svolta alla Società Letteraria di Verona una delle sei conferenze facente parte del ciclo I Martedì della Cignaroli, in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti Cignaroli di Verona, iniziato lo scorso 14 gennaio. La conferenza Le pittrici veronesi tra XVI e XVIII secolo: la famiglia, la carriera, la fama è stata tenuta dalla professoressa dell’Università degli Studi di Verona Alessandra Zamperini.
La professoressa Zamperini dà l’avvio all’incontro mostrando il dipinto di Zoffany, Gli accademici della Royal Academy (Lezioni dal vivo) (1771 ca.) raffigurante i fondatori della Royal Academy sottolineando il fatto che in tale opera vi è anche la presenza delle due fondatrici: Angelika Kauffmann e Mary Moser. Viene difficile individuare i due soggetti femminili perché vengono raffigurate in absentia ovvero nei due ritratti incorniciati appesi ad una delle pareti della sala dove si svolge la scena. La tela è intrisa di un forte significato dato dal fatto che la Royal Academy ha assunto tra i fondatori due donne pittrici ma al tempo stesso fa capire che questa Accademia obbligava le donne a rimanere, in certi casi, in una posizione marginale.

Le pittrici avevano una caratteristica che le distinguevano dai pittori ovvero la differenza dei soggetti: le donne avevano una limitazione nella loro scelta non essendo autorizzate, ad esempio, a studiare dal vivo il nudo, considerato disonorevole, oppure non potevano rappresentare la pittura di storia, di maggiore importanza rispetto alle altre, basata sullo studio di modelli, vietato alle donne. Le pittrici rinascimentali, in generale, venivano soprannominate “figlie d’arte” perché riuscivano ad inserirsi nel mercato dell’arte grazie al fatto che i loro padri di mestiere facevano i pittori, si prenda ad esempio Artemisia Gentileschi.
Le pittrici però potevano dare lezioni ma i loro allievi erano esclusivamente aspiranti artiste donne. Il rapporto artista-allievo, nel caso femminile, vedeva anche la comparsa di donne in cerca di apprendimento di nozioni giusto per il gusto del diletto, non per forza per diventare pittrici di professione.
La professoressa Zamperini inizia l’analisi di alcune pittrici rinascimentali a partire dalla pittrice bolognese Lavinia Fontana. Tra le opere di Lavinia Fontana, vi è un suo autoritratto che la mostra in un momento di scrittura oppure di disegno all’interno del suo studio. In questo spazio rappresentato vengono dipinte, esposte su una piccola credenza, delle sculture che le servivano per esercitarsi nell’arte della pittura, specificatamente nell’apprendimento dell’anatomia umana. Lavinia Fontana è figlia del pittore Prospero Fontana, che insieme al marito Paolo Zappi la agevoleranno riuscendo a far emergere il suo ruolo di pittrice.

Angelika Kauffmann, grandissima pittrice nonché una delle fondatrici della Royal Academy, nel 1780 dipinge un autoritratto dove tiene in mano un album da disegno e una matita. Al fianco della pittrice vi è un busto di Minerva che in questo caso ha una duplice funzione: come modello antico per la formazione e lo studio dell’artista ma anche, essendo Minerva, come significato simbolico di intelligenza e sapienza della donna.

Sofonisba Anguissola, nobile e famosa pittrice, è un caso straordinario perché il padre le concede la pratica della pittura ma comunque ad una condizione: che non la trasformasse in professione. Sofonisba divenne addirittura maestra di pittura della regina di Spagna dove ad oggi si trovano ritratti che Anguissola faceva ai reali ma senza alcun pagamento in cambio. Nel dipinto ad opera di Sofonisba mostrato durante la conferenza Bernardino Campi dipinge il ritratto di Sofonisba, è caratterizzato dall’ambiguità per le pittrici nel presentarsi e rapportarsi con un’autorità maschile. Nella tela si vede Bernardino Campi, insegnante di Sofonisba, che dipinge la stessa pittrice lasciando trasparire il senso di ambiguità così come la prospettiva perché Anguissola è rappresentata più grande rispetto a Campi ignorando le regole della prospettiva, sottolineando l’importanza della donna.

Oltre a tali artiste Zamperini ha citato anche Violante Siriès ed Elisabeth Vigée-Le Brun ma i casi più interessanti sono quelli che riguardano le pittrici in area veneta di cui sfortunatamente non vi è una visione completa data la mancanza di documenti e fonti sufficienti. Soffermandosi sulla città di Verona, le pittrici erano, generalmente, “figlie d’arte” si prenda ad esempio Cecilia Brusasorzi. Al fianco di Brusasorzi si vedono Vittoria Farinati (figlia del famoso Paolo Farinati), Chiara Varotari (padovana con padre di origine veronese), Angelica Le Gru Perotti e Michelangela Lanceni. Spostandosi avanti con gli anni, nell’Ottocento, si assiste con le sorelle Teresa e Santa Cappanini ad una vicenda diversa dalle altre donne precedentemente elencate perché loro non vennero presentate al mercato della pittura attraverso dei parenti bensì dal loro maestro.
Tra le figure descritte mi ha particolarmente interessata Cecilia Brusasorzi di cui abbiamo più informazioni rispetto alle altre pittrici prima citate, grazie allo scrittore Adriano Valerini che la elogia nel suo volume Le bellezze di Verona (1586) e allo storico Bartolomeo dal Pozzo. Dal Pozzo, contrariamente a Valerini, si sofferma di più sull’immagine di Cecilia Brusasorzi ritrattista suscitando l’interesse dei lettori spingendoli alla ricerca di tali ritratti ma senza riuscire a darne attribuzioni certe. Il ritratto di Cecilia Brusasorzi, collocato all’Accademia di Belle Arti Cignaroli di Verona, è identificato come l’unico ritratto di pittrice veronese ed è stato appurato che si tratti di un ritratto di invenzione. Il dipinto idealizzato vede una donna vestita con abiti che seguivano la moda sviluppata tra il Settecento e l’Ottocento ed è chiara l’associazione tra opere come quella di Nicola Mellini, Laura (1821) che ritrae la donna petrarchesca idealizzata. La figura di Laura sembra assumere il ruolo di modello data la sua ricorrenza nella pittura rinascimentale.


Vi invito a partecipare anche ai prossimi incontri che si svolgeranno fino al 29 aprile dell’anno corrente.
