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Tenco: un incontro senza spazio e senza tempo

Con “Volevo qualcuno da incontrare”, mercoledì 21 Giugno 2023, Verona ha incontrato Luigi Tenco all’interno della Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico. FuoriAulaNetwork c’era ed è qui per raccontarvelo.

 

Di: Maya Cordì

 

La sera del 21 Giugno, gli spazi della prestigiosa Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico di Verona, sono stati straordinariamente riempiti dalle note e dai versi di uno dei maggiori poeti della canzone d’autore italiana: Luigi Tenco.

 

L’evento, dal titolo Volevo qualcuno da incontrare, ha permesso di ascoltare alcuni estratti dalla sua produzione musicale e qualche frammento proveniente dal suo vissuto attraverso la voce narrante di Enrico de Angelis e all’interpretazione di Nathalia Sales, Claudio Moro, Michele Pasini e Luca Donini.

 

Noi di FuoriAulaNetwork eravamo presenti e, proprio per ciò che è accaduto, ci piacerebbe riassumere la serata in un titolo: Tenco incontra Tenco. Chi era con noi in sala ha infatti assistito a un incontro rivelatosi capace di oltrepassare la materia musicale andando a toccare, senza indugio, le corde dell’umano

 

Far rivivere Luigi Tenco attraverso la sua arte, infatti, non ha rappresentato solo una rivincita musicale, quanto piuttosto una riconquista umana.

 

Lui, poeta dell’amore dissolto, della sofferenza, del riso amaro e delle delusioni di una società ormai stretta, in questo 21 Giugno ha ritrovato i suoi abiti, e a indossarli sono stati per lui quattro interpreti magistrali che hanno saputo cogliere tutte le sfaccettature di una vita turbolenta e fragile allo stesso tempo. 

 

Con il termine “umano” intendiamo riferirci esattamente alla capacità, da parte di un interprete, di entrare nelle viscere di un brano musicale introducendovi abilmente anche il pubblico in ascolto.

A colpirci sono state in particolare alcune considerazioni emerse a fine serata: parole di riflessione pronunciate da chi ha vissuto lo spettacolo e da chi lo spettacolo lo ha rappresentato.

 

Sebbene la stessa Nathalia Sales abbia riconosciuto, a sipario chiuso, una mancata educazione all’ascolto nella fruizione musicale odierna, è proprio chi quella sera l’ha ascoltata eseguire i brani che sottolinea – congratulandosi con lei e i suoi musicisti – l’importanza di avere un interprete all’altezza affinché si possa vivere appieno l’esperienza musicale:

 

 «sono una persona a cui piace cantare, ma tendo a farlo con me stessa. Con te, Nathalia, mi sono sentita anch’io sul palco, perché ho avuto qualcuno che ha cantato per me esattamente come lo farei io».

 

D’altronde, per premeditazione o per pura casualità, la serata dedicata a uno dei maggiori protagonisti del cantautorato italiano, è stata fatta coincidere proprio con la Giornata Internazionale della Musica. Il 21 Giugno è infatti il Music Day e quale migliore occasione se non celebrarlo con grandi musicisti che interpretano immensi protagonisti della cultura musicale nazionale e internazionale?

Volendo quindi introdurvi gli ospiti che hanno abilmente saputo raccontarci Luigi Tenco in musica, partiamo con una riflessione.

 

Raramente ci si interroga sulla maniera in cui i brani di un certo autore arrivino a chi li interpreta; spesso si tende infatti a considerare questo ruolo come un’automazione. Tuttavia, parlando con la cantante Nathalia Sales, abbiamo compreso che in fondo, seppur un interprete esegua decine e decine di volte gli stessi brani, è possibile che questi continuino a toccare l’animo di chi li sta portando in scena. Lei stessa afferma

 

«con Un giorno dopo l’altro e Vedrai vedrai mi sono sentita emotivamente coinvolta al punto da non essere in grado di adottare quel distacco emotivo che ogni interprete dovrebbe avere» .

 

Che sia attraverso il canto, il suono o il semplice ascolto, quando si sceglie di far rivivere un artista come Luigi Tenco, è inevitabile ritrovarsi immersi nelle parole che sembrano riflettere il vissuto di ognuno di noi.

 

 

«Portare Tenco era un mio sogno, soprattutto per i temi che cantava».

 

La Sales, raccontandoci poi del suo grande interesse nei confronti del cantautorato italiano, ammette di essersi avvicinata a Tenco proprio per le tematiche trattate attraverso le sue canzoni.

 

La raffinata selezione dei brani interpretati durante la serata, dà infatti una chiara dimostrazione di come non fosse necessaria una formula strappalacrime per parlare di un amore svanito e sofferto, oppure di bizzarre perifrasi per trasmettere un messaggio antimilitarista. Luigi Tenco, in canzoni come Lontano lontano, E se ci diranno o Padroni della Terra, preferiva far parlare in maniera chiara testo e musica.

 

«L’autenticità di Tenco fa sì che alcune sue canzoni avessero contenuti e linguaggi crudi, realistici, veri, ma imbarazzanti per l’ambiente ufficiale dell’epoca; questo il motivo per cui incappò più volte nella censura. Canzoni come Io sì erano scabrose e trasgressive al tempo. Soltanto pochissime interpreti hanno infatti avuto il coraggio di riprenderle. Nathalia è una di queste».

 

Sottolineando infine, con queste parole, il carattere eterno e universale della scrittura disincantata, grottesca e disinvolta del cantautore, Enrico de Angelis sembra portare a compimento il leitmotiv scelto come chiave di lettura da Nathalia Sales, Claudio Moro, Michele Pasini e Luca Donini per la serata.

 

Introdurre la canzone d’autore all’interno di una cornice come quella del Teatro Filarmonico attraverso arrangiamenti dal sapore brasiliano, va infatti oltre il tempo e oltre qualsiasi confine geografico. Voce, chitarra, sax e percussioni combinati assieme in una straordinaria armonia dal timbro a tratti malizioso, a tratti velatamente malinconico, esattamente come Tenco intendeva le sue opere.

 

Costruzioni metriche e melodiche essenziali, ma intrise al contempo di una forte intensità espressiva; influenze dal mondo jazz; fraseggi al sax alla maniera di Paul Desmond; sonorità che raggiungono la tradizione musicale balcanica e una voce dal retrogusto bossa nova: questi sono stati gli ingredienti che hanno permesso al pubblico del Filarmonico di incontrare Luigi Tenco sotto una luce che lo ha reso, ancora una volta, sconfinato e immortale.

 

Un plauso va quindi a Enrico de Angelis, ai musicisti, all’Associazione Anemone e all’Accademia Filarmonica di Verona per aver dato forma a questo evento.

 

È possibile ascoltare un estratto della serata all’interno della clip sottostante.

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"Volevo qualcuno da incontrare"

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